In alcune persone certi alimenti possono scatenare l’emicrania. Lo fanno a causa del loro alto contenuto in tiramina. L’elenco degli alimenti incriminati include vino rosso, birra, bevande fermentate, formaggi, funghi, lievito, insaccati, selvaggina, pesce non fresco, spinaci, pomodori, crauti, melanzane, cavoli, cavolfiori, avocado, prugne, fichi, uva, fave, tofu, tempeh, cioccolato, frutta secca.
Ma perché la tiramina avrebbe effetti così nefasti? Per comprenderlo ripercorriamo gli eventi che hanno portato a questa scoperta.
Come tutte le monoamine, la tiramina viene metabolizzata nel nostro organismo ad opera di enzimi noti come MonoAminoOssidasi (MAO). Oltre ad occuparsi della degradazione della tiramina le MAO contribuiscono anche alla neutralizzazione della serotonina e di altri neurotrasmettitori.
Da tempo ormai la depressione è messa in relazione con bassi livelli di serotonina. Su questa base, negli anni ‘50, entrò in commercio una categoria di farmaci antidepressivi noti come Inibitori delle MAO.
Subito fu evidente l’alta frequenza di emicranie tra chi assumeva questi farmaci a scopo antidepressivo, specie se allo stesso tempo consumava cibi ad alto contenuto in tiramina!
Che cosa era successo? Dopo aver assunto gli inibitori delle MAO con lo scopo di preservare la serotonina dalla neutralizzazione, i pazienti non erano più in grado di degradare la tiramina. La tiramina, agendo sulla corticale del surrene, lo induceva a liberare una grande quantità di catecolamine (epinefrina e norepinefrina). Le catecolamine con il loro effetto inotropo e cronotropo positivo inducevano un improvviso rialzo pressorio in parte responsabile della comparsa dell’emicrania! Una volta passata attraverso la barriera emato-encefalica, la tiramina poteva addirittura indurre le cellule cerebrali a rilasciare norepinefrina!
Mentre la degradazione della tiramina veniva rallentata dalla presenza di inibitori delle MAO, l’elevato apporto di tiramina e di tirosina con la dieta non faceva che peggiorare le cose!
Ma perché a questo punto entra in gioco anche la tirosina?
Quando l’equilibrio intestinale si altera e i batteri patogeni finiscono con il prevalere, gli aminoacidi derivati dalle proteine maldigerite (e tra questi la tirosina) subiscono un processo di decarbossilazione con produzione di ammine tossiche: agmatina, mercaptano, istamina, cadaverina, putrescina, indolo e scatolo, tiramina.
Elenco delle amine tossiche prodotte da una flora batterica disbiotica
Arginina → Agmatina
Cistina e Cisteina → Mercaptano
Istidina → Istamina
Lisina → Cadaverina
Ornitina → Putrescina
Tirosina → Tiramina
Triptofano → Indolo e scatolo
La tiramina presente in circolo dunque non è solo quella assunta tal quale con gli alimenti, ma è anche quella prodotta a partire dalla tirosina ad opera di una flora batterica intestinale disbiotica!
Per questa ragione, volendo ridurre frequenza, durata e gravità della cefalea in pazienti sensibili alla tiramina bisognerà eliminare/limitare il consumo di alimenti contenenti tiramina e allo stesso tempo ristabilire ordine nell’ambiente intestinale!
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