Vi racconto una storia, anzi ve la racconta una delle mie pazienti…

Sono una ragazza di 26 anni. Non sono mai stata particolarmente magra, ero una di quelle che chiamano *curvy*. Una vita a dieta perché bastava niente per ingrassare. Dopo una dieta soddisfacente avevo raggiunto il normopeso ed ero contenta. Stavo bene ed in salute. All’improvviso è successo qualcosa. I numeri della bilancia hanno cominciato a salire. Ogni giorno era un chilogrammo di più (se non anche due o tre) nonostante mangiassi come previsto dalla dieta di mantenimento. Sono tornata dalla nutrizionista, ho provato tutte le diete possibili e a volte anche drastiche. Ma niente, il peso continuava a salire. Ho fatto tante visite, migliaia di euro spesi ma non capivo cosa fosse successo. “Ragazza, tu mangi di nascosto” mi sono sentita dire. Come se a 6 anni non fossi in grado di dire la verità, come se fossi una bambina che vuole il gelato e si nasconde dalla mamma. Stavo spendendo soldi su soldi che avrei volentieri speso in altro. Nelle tante visite l’unica cosa che avevamo trovato era una leggera insulino-resistenza, niente di grave ma c’era.

Passavano i mesi e il mio corpo ormai era totalmente cambiato, non mi riconoscevo in quel corpo. Non mi piacevo. Ad inizio del 2019 ho prenotato un’altra visita con un endocrinologo, volevo sentire pareri diversi. Mi fa fare delle nuove analisi e al momento del referto mi dice “Hai due possibilità: o palestra tutti i giorni 8 ore al giorno e non è detto che così risolvi… oppure l’intervento bariatrico”.  Mi è cascato il mondo addosso. Io che mi devo operare? Ma io non sono come quelle persone nei programmi in tv. Io non peso 300 kg, io non ho disturbi alimentari.

Il dottore, vedendo la mia perplessità, mi ha rassicurato dicendo che il mio problema era lo stomaco che si era ammalato. Non sono un medico, quindi non so spiegare questo meccanismo ma finalmente avevano trovato cosa non funzionasse. Vado a casa e ne parlo con i miei genitori. Anche per loro è stata una batosta ma mi hanno sostenuta nella mia scelta. Chiunque accanto a me mi ha sostenuto dicendomi che con la mia testardaggine avrei sicuramente raggiunto l’obiettivo. Così è iniziato il percorso con il chirurgo bariatrico e con la psicologa.  Ero pronta per la nuova avventura.

Dopo l’intervento bisogna coordinare stomaco e cervello perché il cervello ti dice mangia 100 e lo stomaco 1. Ma il bello è che 1 ti basta e ti avanza. Adesso sono *a dieta*, mangio poco e sano e ogni tanto mi concedo qualcosa di sfizioso. Basta un morso e sono soddisfatti gola e stomaco. A distanza di soli cinque mesi dall’intervento mi sento bene, ho le analisi di nuovo perfette, senza asterischi, l’insulino-resistenza non c’è più. L’obesità è stata sconfitta. Perché l’obesità è una malattia, non lo sono lo stomaco ridotto di dimensioni o il mangiare meno. Lo è l’obesità. L’obesità è un mostro che cresce e ti rende invalido. A chi pensa di fare l’intervento e ha dubbi, io dico di farlo. A chi lo ha già fatto dico “Dammi il cinque, guerriero”… perché noi siamo guerrieri, guerrieri contro l’obesità!

 

Obesità, epidemia di proporzioni mondiali

Negli ultimi decenni l’obesità è diventata un’epidemia di proporzioni mondiali ed è considerata tra le maggiori questioni di salute pubblica dei nostri tempi. Si stima che entro il 2030 oltre 1 miliardo di adulti sarà obeso. L’espansione del grasso corporeo oltre i limiti considerati fisiologi si associa ad un’infiammazione sistemica di basso grado (Low Grade Chronic Inflammation) che contribuisce all’insorgenza di molteplici comorbilità cardiometaboliche con conseguenze il più delle volte debilitanti. Chi è in condizioni di obesità (indice di massa corporea >30) è spesso anche iperteso, dislipidemico, diabetico.

Il 13 novembre del 2019 è stata approvata la Mozione sul riconoscimento dell’obesità come malattia (cronica, ingravescente e recidivante) presso la Camera dei deputati. Purtroppo fin qui ancora poco è stato fatto per fornire un adeguato supporto professionale a chi si è ammalto di obesità.

Tra le strategie messe in atto per la correzione del peso corporeo ci sono ovviamente la restrizione calorica, gli interventi sullo stile di vita (incremento del dispendio energetico) e la chirurgia bariatrica o chirurgia dell’obesità, i cui effetti sulla riduzione del peso sono stati ampiamente documentati negli ultimi decenni.

La chirurgia bariatrica, attraverso le varie tipologie di interventi (restrittivi e/o malassorbitivi) è in grado di ridurre la quantità e l’assorbimento del cibo ingerito e di modificare la secrezione di ormoni intestinali da parte di specifiche cellule (enterocromaffini).

 

Chirurgia bariatrica: le varie tipologie di intervento

Tra gli interventi previsti in ambito di chirurgia bariatrica ci sono:

  • il bendaggio gastrico;
  • la gastrectomia verticale o sleeve gastrectomy;
  • il bypass gastrico.

Il bendaggio gastrico

Il bendaggio gastrico (Gastric Binding, GB) include il posizionamento di un anello di silicone attorno allo stomaco per creare una piccola tasca gastrica in corrispondenza del fondo (subito al di sotto dell’esofago). Questa procedura è stata introdotta negli anni ’70, è stata ampiamente praticata e rimane tutt’ora sicura, ben tollerata ed efficace. Tra i vantaggi di questa tecnica vi è quella di poter regolare il grado di tensione della banda durante il percorso di dimagrimento.

 

La gastrectomia verticale o sleeve gastrectomy

La gastrectomia a manica (Sleeve Gastrectomy, SG) prevede la creazione di una tasca o manica gastrica  lunga e sottile. Questo intervento è in grado di ridurre il volume dello stomaco di circa l’80% ma lascia intatto il piloro. La gastrectomia verticale è oggi una delle procedure di chirurgia bariatrica più comunemente eseguite grazie alla sua efficacia sulla perdita di peso e alla ridotta insorgenza di complicanze.

 

Il bypass gastrico

Il bypass gastrico (Roux-en-Y Gastric Bypass, RYGB) è una delle procedure bariatriche più comuni ed è quella che si associa alla maggior perdita di peso. Durante la procedura viene creata una piccola sacca gastrica (del volume di 15-20 mm) che si connette con il digiuno (ansa alimentare) facendo sì che i nutrienti bypassino il primo tratto dell’intestino. Poiché è proprio in questo primo tratto (il duodeno) che vengono riversati i succhi biliari e pancreatici indispensabili ai fini della digestione dei grassi, degli zuccheri e delle proteine. L’intervento prevede la creazione di un’anastomosi tra l’ansa biliopancreatica e quella alimentare.

 

Chirurgia bariatrica, dove posso trovare tutte le informazioni?

Se siete interessati ad approfondire l’argomento, vi rimando all’opuscolo informativo della SICOB (vedi qui)

 

 

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