Il cibo invia segnali
La nutrizione è senza dubbio una scienza complessa dai confini non ben definiti. Il professionista che si occupa di nutrizione deve conoscere bene la biochimica e la fisiologia umana in salute e in malattia. Deve conoscere bene gli alimenti, dal campo alla tavola. E in ultimo deve sapere come gli alimenti interferiscono con la nostra biochimica e a nostra fisiologia. Bastano tre lauree? Forse no.
Tutti sappiamo che in un bel piatto di spaghetti sono contenuti carboidrati, grassi e proteine, Non mancano però anche altri nutrienti e composti chimici capaci di inviare istruzioni alle nostre cellule. In altri termini il cibo invia dei segnali.
Gli omega-3 nel piatto… agiscono come ormoni capaci di conversare con il nucleo delle nostre cellule
I nostri tessuti, organi, apparati non sono dei compartimenti stagni. In realtà ogni cellula è capace di comunicare con le cellule vicine e con quelle lontane attraverso un linguaggio complesso fatto di messaggeri chimici. Cerchiamo di immaginare cosa accade quando al primo boccone le nostre papille gustative percepiscono il sapore degli spaghetti al pomodoro. In un attimo le cellule del pancreas deputate alla produzione di enzimi che digeriscono gli amidi e quelle dell’intestino responsabili dell’assorbimento del glucosio sanno che stiamo mangiando un piatto di pasta.
Dunque le cellule si mandano a vicenda istruzioni che invitano il ricevente di questo messaggio a compiere azioni come spostarsi, crescere, sintetizzare enzimi o persino rispondere a una minaccia. Molte delle malattie che ci affliggono nascono da un problema nella comunicazione tra le cellule.
Tra le molecole presenti nel cibo e capaci di comunicare con le nostre cellule ci sono senza dubbio gli omega-3. Questi acidi grassi si legano a una proteina specializzata, detta GPR120, che si trova nei muscoli e nel tessuto adiposo. Il legame tra omega-3 e GPR120 avvia una reazione a catena di eventi cellulari che serve essenzialmente a scongiurare l’aumento di peso e l’infiammazione. Così, una dieta specifica per attenuare un’infiammazione potrebbe anche contrastare l’aumento di peso o proteggere dal diabete.
Cosa sono gli ormoni?
Gli ormoni sono dei messaggeri chimici in grado di coordinare l’attività di cellule e tessuti. Prodotti da un tessuto o da una ghiandola, viaggiano attraverso il sangue e gli altri fluidi (linfa, matrice extracellulare) per raggiungere le diverse zone del corpo. Dunque, grazie all’immissione in circolo, gli ormoni possono agire a distanza ed è propriamente questo l’effetto endocrino. Arrivati a destinazione, istruiscono determinate cellule a produrre un altro composto chimico o a compiere una certa azione. Gli alimenti possono essere considerati simili agli ormoni perché alcune componenti del cibo sono in grado causare specifiche reazioni da parte di specifiche cellule.
Se il cibo invia segnali quali sono le raccomandazioni?
In tema di cibo e ormoni, l’American Heart Association (AHA) consiglia il consumo di pesce azzurro perché gli omega-3 sono stati messi in relazione con effetti positivi per la salute del cuore, In particolare gli omega-3 contribuiscono a contrastare la tachicardia (ritmo cardiaco accelerato con un numero di pulsazioni al minuto al di sopra di 100) e la pressione arteriosa.
Gli omega-3 non sono gli unici elementi del cibo che si comportano come ormoni. Anche gli amminoacidi possono hanno un’azione simil-ormonale capace di influire sulla crescita cellulare e sul rilascio di insulina.
Prospettive per il futuro
Con il crescere delle nostre conoscenze arriverà il tempo in cui l’elaborazione di un piano alimentare richiederà una fine conoscenza dell’assetto ormonale del paziente. Non sarà allora sufficiente dosare gli ormoni tiroidei (FT3 e FT4), l’insulina, il paratormone e la vitamina D. Avremo un’idea molto più precisa di come gli alimenti interferiscono con la parte endocrina del singolo individuo (nutrizione di precisione o precision nutrition). Probabilmente a questo scopo ci darà una grande mano l’intelligenza artificiale.
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