Cosa sono i prebiotici?
Il concetto di prebiotico è nato nel 1995 e fa riferimento ad alcuni carboidrati fermentescibili che a seguito del metabolismo da parte dei batteri intestinali possono modulare la composizione e l’attività del microbiota esercitando così effetti benefici sulla salute dell’ospite. È interessante notare che i carboidrati che hanno proprietà prebiotiche sono in grado di promuovere la crescita di quei batteri che sono meno presenti negli individui obesi o diabetici come per esempio i bifidobatteri, il Faecalibacteium prausnitzii, l’Akkermansia muciniphila e Roseburia.
Tra i prebiotici vanno citati:
- i frutto-oligosaccaridi (FOS),
- i galatto-oligosaccaridi (GOS),
- le destrine resistenti,
- i gluco-oligosaccaridi,
- gli xilo-oligosaccaridi,
- gli isomalto-oligosaccaridi,
- gli oligosaccaridi della soia,
- le ciclodestrine,
- il lattulosio e il lattosaccarosio.
Prebiotici e perdita di peso
Il Ministero della Salute autorizza l’indicazione d’uso secondo cui alimenti e integratori contenenti prebiotici in quantità adeguate favoriscono l’equilibrio della flora intestinale. La riduzione del peso corporeo passa verosimilmente attraverso un aumento del senso di sazietà (per intermediazione del GLP-1 e del peptide YY) e necessita di un’assunzione a lungo termine (da 12 a 16 settimane).
Altri possibili meccanismi in grado di spiegare l’effetto anti-obesigeno di queste sostanze sono:
- la modulazione del metabolismo dei grassi e degli zuccheri,
- il miglior controllo della glicemia,
- la riduzione dei livelli di insulina,
- il maggiore assorbimento degli elementi traccia (calcio, ferro, magnesio),
- la regolazione del Sistema Immunitario,
- l’aumentata produzione di IgA secretorie e la modulazione nella sintesi e nel rilascio delle citochine.
Prebiotici e aumentata crescita di bifidobatteri e lattobacilli
I prebiotici hanno un effetto bifidogenico che si traduce in un incremento dei Lactobacilli e dei Bifidobacteria come è stato possibile dimostrare con i latti per la prima infanzia supplementati con FOS e GOS.
È stato da tempo dimostrato che l’assunzione di prebiotici porta ad un aumentato rilascio di IL-10 (una delle principali citochine anti-infiammatorie) e ad una diminuzione di IL-1, IL-6 e TNF-alfa . Questo meccanismo contrasta la comparsa dello stato infiammatorio che è spesso chiamato in causa nella genesi dell’obesità.
I prebiotici sono abbondantemente presenti nella frutta e nella verdura
Per garantire al nostro organismo un adeguato apporto in fibre alimentari con effetto prebiotico dovremmo arrivare a consumare cinque porzioni di frutta e di verdura al giorno. Tra gli alimenti più ricchi in prebiotici vanni citati:
- la cicoria,
- le banane,
- l’aglio,
- la cipolla,
- il topinambur,
- gli asparagi
- ed il porro.
La gran parte delle persone, abituate ad una dieta occidentale, farebbe fatica a seguire questa regola. Aumentare improvvisamente il consumo di frutta e verdura può portare alla comparsa di fastidi intestinali (gonfiore, crampi addominali, alterazioni del ritmo dell’alvo). In questi casi la strategia migliore è quella di prevedere un aumento graduale dell’apporto in fibre alimentari mentre si consiglia l’assunzione di integratori di prebiotici tra i più tollerati (vedi ad esempio le destrine resistenti).
Riferimenti bibliografici
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