La chirurgia bariatrica è la branca della chirurgia finalizzata al trattamento dell’obesità. Grazie a questo approccio, che è parte di un percorso articolato (psicologico, nutrizionale), è possibile determinare un’ importante perdita di peso. La perdita di peso viene mantenuta a lungo termine. Il raggiungimento di un peso ottimale e stabile comporta il miglioramento o la risoluzione delle comorbilità associate all’obesità (sarebbe forse più giusto parlare di complicanze dell’obesità). Questo fenomeno consente un allungamento della spettanza di vita e allo stesso tempo della qualità di vita. Nessuno di noi vorrebbe per sé o per le persone care una longevità malata. Quello a cui tutti puntiamo è una longevità sana.
La chirurgia bariatrica e la riduzione della mortalità per tutte le cause
La ricerca scientifica ha dimostrato che la chirurgia bariatrica riduce la mortalità generale, la mortalità cardiovascolare e la mortalità per tutte la cause. Come specificato nelle linee guida della SICOB (Società Italiana di Chirurgia dell’OBesità e delle malattie metaboliche) “l’entità del miglioramento della qualità di vita del paziente obeso sottoposto a intervento di chirurgia dell’obesità è indipendente dal tipo di procedura effettuata ed è strettamente correlata all’andamento del peso
corporeo registrato nel corso del follow-up a lungo termine dopo l’intervento chirurgico. La qualità di vita rimane soddisfacente quando la percentuale di perdita di peso corporeo in eccesso rispetto a quello iniziale si mantiene al di sopra del 10%”.
Quali sono i pazienti candidati alla chirurgia bariatrica?
Sono candidati alla chirurgia bariatrica i pazienti con:
- BMI >40 in assenza di ogni altra comorbilità;
- BMI >35 in presenza di comorbilità fra quelle classicamente considerate come associate all’obesità.
Qui di seguito viene riportato il lungo elenco delle patologie che hanno più probabilità di comparire in chi vive una condizione di obesità:
- Diabete mellito di tipo 2
- Dislipidemia (innalzamento del colesterolo totale, del colesterolo LDL, dei trigliceridi)
- Iperuricemia e gotta
- Infertilità femminile
- Sindrome dell’ovaio policistico (causa e/o conseguenza dell’obesità)
- Patologie oncologiche (mammella, colon retto, endometrio, esofago, rene, ovaio, pancreas, prostata, fegato, colecisti)
- Leucemie
- Malattie cardiovascolari (ipertensione arteriosa, cardiopatia coronarica, cardiopatia congestizia, embolia polmonare, ictus)
- Asma
- Apnee ostruttive notturne
- Steatoepatite non alcolica
- Colecistopatia
- Osteoartrite
- Pseudotumor cerebri
- Disordini psicologici
- Reflusso gastroesofageo
- Incontinenza urinaria
- Intertrigine
- Fascite plantare
La dieta da fare prima di un intervento di chirurgia bariatrica
La riduzione preoperatoria del peso corporeo è consigliata nei pazienti candidati alla chirurgia bariatrica, soprattutto se in presenza di BMI molto elevato o di grave obesità viscerale, anche attraverso la prescrizione di una dieta a basso contenuto calorico/chetogena nel periodo preoperatorio.
La dieta chetogenica è stata ampiamente usata a partire dal 1920 come terapia nei casi di epilessia e dagli anni ’50 come dieta dimagrante. Dopo un periodo di oblio, legato in parte alla scarsa conoscenza di questo regime alimentare e alla sua presunta pericolosità, la dieta chetogenica è ritornata in auge grazie all’impegno di alcuni ricercatori che ne hanno messo in evidenza le proprietà terapeutiche.
La dieta chetogenica, prevedendo l’esclusione dei carboidrati, si basa quasi interamente sull’apporto di proteine e di grassi. Questa particolare composizione in macronutrienti induce nell’organismo una condizione nota come chetosi. In assenza di carboidrati sono principalmente i grassi ad essere usati a scopo energetico e da qui deriva l’applicazione della dieta chetogenica ai fini del dimagrimento.
Lo scenario è il seguente: non ci sono abbastanza zuccheri in circolo e allora l’organismo corre ai ripari attivando una particolare via metabolica (nota come beta-ossidazione degli acidi grassi) in grado di produrre i corpi chetonici a partire dai lipidi alimentari o da quelli di deposito. I corpi chetonici possono essere usati dal cervello, dai globuli rossi e dal muscolo cardiaco ovviando così alla carenza di zuccheri circolanti.
Ancorché considerare la chetogenesi una manovra forzata il cui fine è quello di indurre il dimagrimento dovremmo invece ammettere che si tratta di un processo fisiologico, lo stesso che ci ha consentito di sopravvivere in periodi di carestia e che entra in funzione durante i digiuni prolungati (compreso quello notturno) in coloro che hanno una buona sensibilità lipolitica.
Per molti aspetti strutturali la dieta chetogenica assomiglia al digiuno. Diversamente dal digiuno però consente di mantenere invariata la massa magra (ed in particolare la massa muscolare) durante il dimagrimento.
I vantaggi della dieta chetogenica prima di un intervento di chirurgia bariatrica
- una rapida perdita del peso corporeo
- la riduzione della steatosi epatica e di conseguenza la diminuzione delle dimensioni del fegato
- la riduzione del lobo sinistro del fegato con ampliamento del campo operatorio
- la riduzione del grasso periesofageo
- la riduzione del grasso viscerale (omentale e mesenteriale)
- riduzione della circonferenza del collo che correla fortemente con gli episodi di apnea notturni (OSAS o Sindrome delle Apnee Ostruttive del sonno).
Il chirurgo bariatrico in sede di intervento sarà facilitato avendo un più facile accesso alla giunzione gastro-esofagea. Si avrà inoltre un minor sanguinamento del grasso viscerale e un miglior decorso post operatorio.
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