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Chi abbia in mente di dimagrire sa già quanti chili dovrebbe perdere, indipendentemente dal parere del nutrizionista. Mi capita spesso di ricevere a studio pazienti che arrivano con una richiesta precisa: “Voglio perdere 10 kg!” oppure 15, oppure 8 e così via dicendo.

 composizione corporea

È normale che sia così. Chi nel tempo dovesse aver accumulato chili su chili, ha sperimentato in un qualche momento della propria vita la sensazione di pieno benessere psico-fisico legato ad un peso percepito come ideale.

Adesso che i chili si sono accumulati il desiderio è quello di tornare a pesare come quando ci si sentiva bene.

Ma se si sceglie di riferirsi ad un nutrizionista “evoluto”, questo non potrà limitarsi a misurare peso e statura per poter stabilire il traguardo finale e per monitorare i progressi in corso di dietoterapia. Né tantomeno sarebbe corretto accontentare la richiesta del paziente senza ricorrere a valutazioni più attendibili.

Tramite peso e statura possiamo calcolare l’Indice di Massa Corporea (IMC) o nella terminologia anglosassone il Body Mass Index (BMI). Più specificamente l’IMC è dato dal peso espresso in kg rapportato al quadrato della statura espressa in metri. Secondo il Ministero della Salute il range di normalità per l’IMC è compreso tra 18,5 e 25. Ma vi assicuro che chi dovesse avere un IMC di 24-25 a meno che non sia un soggetto particolarmente muscoloso, pur essendo considerato normopeso secondo questo parametro, non si sente in piena forma. Sulla base della mia esperienza i valori ottimali di IMC sono 22 per gli uomini e 20 per le donne.

Il grosso limite dell’IMC è quello di non poter distinguere tra due individui con diversa trofia delle fasce muscolari. L’esempio che riporto più frequentemente ai miei pazienti nello spiegare questi concetti è quello del body-builder e del sedentario sovrappeso-obeso. Con un BMI superiore a 25, il body-builder potrebbe avere una percentuale di grasso inferiore al 9,0%; per contro il sedentario con lo stesso valore di BMI sarebbe fatto per più del 30% di grasso.

In linea generale la percentuale di grasso corporea da considerarsi ottimale nel caso degli uomini è compresa tra il 10 e il 14%, nel caso delle donne tra il 18 e il 22%.

Dunque per un’effettiva valutazione dello stato di forma la misurazione della composizione corporea in termini di massa grassa, muscolo, acqua è fondamentale. Tutto ciò è possibile ricorrendo ad una misurazione di facile utilizzo e non invasiva nota come bioimpedenziometria. Non è nello scopo di questo breve articolo la spiegazione dei principi biofisici alla base di questa metodica. Si tratta di argomenti specialistici che potrebbero risultare ostici alla gran parte dei lettori.

Vorrei invece essere in grado di spiegare un concetto molto importante che è quello dell’uso della bioimpedenza nel controllo dei progressi in corso di dietoterapia.

Svolgo questa professione da diversi anni e ho con costanza verificato una significativa variazione della composizione corporea con perdita di grasso e recupero di massa muscolare in tutti coloro che iniziano a muoversi di più e a mangiare meglio. Perdere grasso e recuperare massa muscolare significa però variare di poco il proprio peso corporeo. Indipendentemente da quanto si modifica il peso, in situazioni come quella descritta si nota una significativa riduzione delle circonferenze corporee. In sostanza con un peso vicino a quello di inizio del trattamento si appare più magri!

Voglio riportarvi un esempio per poter spiegare meglio questi concetti.

Arriva da me una donna che pesa 70 kg. La bioimpedenza rileva una percentuale di grasso corporeo pari al 33%. Questo significa che 23,1 kg del suo peso sono fatti di grasso. La massa magra è pari invece a 46,9 kg. Nell’ambito della massa magra rientrano anche i muscoli.

La paziente segue diligentemente i miei consigli, migliorando la propria alimentazione e iniziando a fare attività fisica. A distanza di due settimane torna a studio per una valutazione dei progressi fatti. Percepisce di stare meglio, ha più energia durante il giorno, non soffre più di bruciori dovuti al reflusso gastrico, ha un ritmo intestinale più regolare, riposa meglio la notte. Ma ha monitorato il proprio peso a casa e sembra un po’ delusa dei risultati.

In effetti la perdita di peso è contenuta, appena 0,7 kg in meno. Il suo peso attuale è dunque di 69,3 kg. Ma le circonferenze hanno subito una riduzione dai 2 ai 4 cm nei vari punti di repere. Quando poi andiamo a valutare la composizione corporea scopriamo che la percentuale di grasso è scesa dal 33,0% al 30,8% e che la quantità di grasso totale è a questo punto di 21,4 (- 1,7 kg). Ovviamente, allo stesso tempo, si è verificato un significativo recupero della massa magra (sicuramente a seguito di un aumento del trofismo muscolare): da 46,9 kg (67,0%) a 47,9 kg (69,2%).

Se la suddetta paziente non avesse il supporto di un nutrizionista “evoluto”, potrebbe scoraggiarsi a fronte del minimo calo ponderale e virare di nuovo verso le cattive abitudini che l’avevano fatta ingrassare o ancora peggio decidersi per un dieta drastica magari con il supporto di farmaci anoressizzanti (quelli che ci tolgono la sensazione di fame). E invece dovrà uscire dal nostro studio facendo i salti di gioia perché quel chilo di muscolatura così abilmente recuperato le sarà utile nell’accelerare il proprio metabolismo e nel consumare più rapidamente il grasso in eccesso. Così se saremo riusciti a convincerla di essere sulla strada giusta, la prossima volta che vedremo la nostra paziente la perdita di peso potrebbe risultare più evidente.

Per tutti questi motivi è fondamentale eseguire la bioimpedenza non solo in occasione della visita iniziale ma anche in ogni incontro successivo al primo.

gli strumenti del mestiere

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