Si può pensare di dimagrire attraverso l’assunzione di un probiotico?
Il recentissimo articolo dello scienziato Patrice Cani (Supplementation with Akkermansia muciniphila in overweight and obese human volunteers: a proof-of-concept exploratory study), pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Medicine, sembra supportare questa ipotesi.
Patrice Cani dirige il Metabolism and Nutrition Research Group presso l’Université catholique de Louvain, (Brussels, Belgium). Giusto un anno fa mi era giunta notizia di una sua campagna di reclutamento di pazienti obesi e con sindrome metabolica per la partecipazione ad uno studio sugli effetti terapeutici di Akkermansia muciniphila. La campagna di reclutamento ha avuto successo e lo scienziato ha potuto portare a termine il suo studio fino alla pubblicazione su Nature (una tra le riviste a più alto impact factor).
Chi è Akkermansia muciniphila?
Si tratta di un batterio appartenente al Phylum Verrucomicrobia specializzato nella degradazione della mucina e nel rinforzo delle giunzioni serrate (Tight Junction – TJ). Si tratta di un organismo che svolge un ruolo chiave per l’omeostasi dell’intestino e dell’intero organismo. La sua presenza in quantità fisiologiche contrasta l’infiammazione sistemica di basso grado (spesso LPS-mediata).
Metformina, berberina, radice di rabarbaro e digiuno intermittente ne aumentano l’abbondanza. Al contrario grassi alimentari e alcol la riducono.
Lo studio sull’uomo
La sindrome metabolica è caratterizzata da una serie di anomalie che portano ad un aumentato rischio di sviluppare patologie cardiovascolari e diabete mellito di tipo 2. Il microbiota intestinale è oggi considerato una dei fattori chiave nell’insorgenza dei disturbi legati all’obesità. Nell’uomo alcuni recenti studi hanno documentato la correlazione negativa tra abbondanza di Akkermansia muciniphila e sovrappeso, obesità, diabete mellito di tipo 2 e ipertensione. Ad ogni modo Patrice Cani è stato il primo a studiare gli effetti della somministrazione di Akkermansia muciniphila in pazienti con sindrome plurimetabolica.
Qualche notizia in più sullo studio di Patrice Canì
Si tratta di uno studio pilota randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, su volontari sovrappeso/obesi insulino-resistenti. Dei 40 pazienti reclutati 32 hanno completato il protocollo. Gli endpoint primari erano la sicurezza, la tollerabilità e gli effetti sui parametri metabolici (ovvero resistenza all’insulina, lipidi circolanti, adiposità viscerale e massa corporea). Gli endopoint secondari riguardavano gli effetti sulla barriera intestinale (valutati tramite il dosaggio dell’LPS plasmatico) e sulla composizione del microbiota intestinale.
Si è potuto dimostrare che l’integrazione orale giornaliera, portata avanti per tre mesi, di 100.000.000.000 di batteri vivi o pastorizzati (unità formanti colonia – ufc) appartenenti alla specie Akkermansia muciniphila era sicura e ben tollerata. Rispetto al placebo, il batterio pastorizzato ha migliorato la sensibilità all’insulina (+28,62 ± 7,02%, P = 0,002) e ridotto l’insulinemia basale (-34,08 ± 7,12%, P = 0,006) e i livelli plasmatici di colesterolo totale (-8,68 ± 2,38%, P = 0.02). L’integrazione con Akkermansia muciniphila pastorizzata ha portato ad una leggera riduzione del peso corporeo (-2,27 ± 0,92 kg, P = 0,091) rispetto al gruppo placebo, della massa grassa (-1,37 ± 0,82 kg, P = 0,092) e della circonferenza dei fianchi (-2,63 ± 1,14 cm, P = 0,091). Dopo tre mesi di integrazione, Akkermansia muciniphila ha portato ad una riduzione dei livelli delle transaminasi (indicatori di disfunzione epatica) e dei marcatori dell’infiammazione anche se la composizione del consorzio microbico intestinale non era stata influenzata.
Conclusioni
Questo studio dimostra che l’integrazione con Akkermansia muciniphila è sicura e ben tollerata e che riesce a migliorare diversi parametri metabolici. Come è possibile che un batterio ucciso con il calore (pastorizzato) riesca in una simile impresa?
A. muciniphila esprime numerose proteine sulla sua membrana esterna. Tra queste proteine, Amuc_1100, implicata nella formazione di pili, è una delle più abbondanti. È stato ancora una volta Patrice Canì con il suo gruppo di ricerca a dimostrare qualche anno fa che la proteina fimbriacea Amuc_1100 rimane inalterata dopo pastorizzazione ed è in grado di interagire con il recettore Toll-like 2, migliorando lo stato di salute della barriera intestinale e ricapitolando in parte gli effetti benefici del batterio.
Con queste premesse non passerà molto che l’industria farmaceutica metterà a punto un integratore a base di Amuc_1100.
Riferimenti bibliografici
- A purified membrane protein from Akkermansia muciniphila or the pasteurized bacterium improves metabolism in obese and diabetic mice. Nat Med 2017. Patrice Canì et al.
- Supplementation with Akkermansia muciniphila in overweight and obese human volunteers: a proof-of-concept exploratory study. Nat Med 2019. Patrice Canì et al.
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