Il primo libro sulla corsa che ho letto, tanti anni fa, è stato quello del compianto Enrico Arcelli, “Il nuovo correre è bello”. Questo scriveva Arcelli ad apertura del primo capitolo:
Circa vent’anni fa, quando dovetti decidere il titolo del mio libro, mi parve che “Correre e bello” fosse il più adatto, non soltanto perché la pratica abituale della corsa porta grandi vantaggi alla salute, ma soprattutto perché mentre stavo correndo (non mei primi minuti ma dopo qualche chilometro) provavo una sensazione di benessere fisico e psichico e perché sapevo che ciò accadeva anche a molti altri corridori. Anche se sembrerà strano, allora non sapevo perché fosse bello correre, ossia non conoscevo i meccanismi che davano origine a quelle piacevoli sensazioni. Qualche mese dopo, però, scoprii tre possibili spiegazioni del piacere che si prova mentre si corre: la produzione delle endorfine; la variazione nel sangue del tasso delle catecolamine e determinati cambiamenti che si verificano nel funzionamento del nostro cervello.
Questo scriveva Arcelli ricordando i suoi esordi da corridore quando le conoscenze sugli sport di endurance erano ancora troppo acerbe tanto che non si conosceva il ruolo delle endorfine. Sono proprio le endorfine a creare dipendenza dalla corsa in chi ha il coraggio e la forza di superare i primi chilometri.
Quando ero giovane correvo già solo per il piacere di correre, e così faccio adesso. Ma nel mezzo c’è stata una lunga parentesi in cui ho fatto altro. La nascita dei bambini mi ha imposto altri ritmi di vita. Solo adesso che sono cresciuti ho ripreso possesso della prima ora del mattino, quella che va dalle sei alle sette. È un tempo tutto mio ed il modo migliore di spenderlo è nella corsa.
Leggendo sulla corsa ritrovo nell’autore un amico, uno con il quale c’è molto da condividere, uno da ammirare. E uno da ammirare è sicuramente Giorgio Calcaterra. Di lui ho letto “Correre da zero a cento”. Questo è l’incipit:
Tutto ha un inizio. Se esistiamo è per merito di una concatenazione di eventi casuali. Il mondo stesso nasce dal caos e come dice Woody Allen nel film Match point per spiegare il ruolo fondamentale del destino nelle nostre esistenze: “È incredibile come cambia la vita se la palla va oltre la rete e torna indietro, no?”
Io ad esempio ho iniziato a correre per puro caso ed è stato come nascere una seconda volta. Se ho deciso di scrivere questo libro è perché spero che ognuno di voi possa provare, per una volta nella vita, le mie stesse sensazioni al principio di qualcosa di importante. Correre ti cambia, ti trasforma in ogni senso.
Ed è necessario ribadire, per l’ennesima volta, un concetto di fondamentale importanza: correre fa bene, sempre e comunque. Se qualcuno sostiene il contrario, ricordatevi che spesso anche a me, da ragazzo, hanno detto che non era uno sport adatto o che era troppo usurante per il fisico. In trentacinque anni di carriera ho dimostrato, a chi sosteneva questa bizzarra tesi, che si sbagliava.
Sono ancora qui, sto bene, corro e mi diverto. Un po’ di usura ci può stare, ma credetemi, mi sarei consumato di più stando seduto dietro ad una scrivania. La mia forza è stata non tenere mai in considerazione certe affermazioni. Non fatelo nemmeno voi. “Se qualcuno ti dice che non sai fare qualcosa è perché lui non la sa fare” dice Will Smith al figlio nel bellissimo film di Gabriele Muccino – Alla ricerca della felicità.
Dunque siamo tutti alla ricerca della felicità e sono certa che un po’ di felicità ci può derivare anche dalla corsa. Molti dei pazienti che seguo si sentirebbero a disagio già solo a fare una passeggiata a passo sostenuto, specie se da soli. È talmente infrequente fare movimento che chi vorrebbe iniziare avverte un senso di vergogna. Dall’altra parte chi corre già ha l’istinto a coinvolgere anche gli altri come fa Calcaterra (“Spero che ognuno di voi possa provare, per una volta nella vita, le mie stesse sensazioni”).
È in virtù di questo spirito di condivisione che un mio caro amico mi ha regalato il libo di Fulvio Massini “Tipi che corrono”. Scrive Massini:
Correre è probabilmente la cosa più naturale che c’è: basta guardare i primi passi di un bambino, che dalla posizione eretta raggiunta con tanta fatica si sbilancia in avanti e si muove con un’azione che è quasi più di corsa che di cammino.
Tra i libri che ho letto il mio preferito, per ora, è quello di Murakami. Ho ritrovato nelle sue parole i miei stessi pensieri. Sentirò presto il bisogno di rileggerlo. Scrive Murakami:
Correre per me è un ottimo esercizio, e al tempo stesso costituisce una valida metafora. Allenandomi giorno dopo giorno, partecipando a una gara dopo l’altra, miglioro gradualmente i miei record, e in questo processo evolvo anch’io. O per lo meno cerco di evolvere, è a questo scopo che compio sforzi quotidiani. Come corridore non valgo granché, questo è certo. Sono assolutamente nella media – o forse dovrei dire al di sotto. La mediocrità non costituisce però per me un vero problema. L’essenziale è superare anche di poco il livello raggiunto in precedenza. Se un corridore deve per forza individuare un avversario da battere, lo cerchi nel se stesso del giorno prima.
Anche per me la mediocrità non rappresenta un problema. Sono mediocre in molte cose ma ci sono cose in cui voglio assolutamente migliorare. L’idea di poter evolvere da senso ai miei giorni e in quest’ottica la corsa diventa inevitabilmente una metafora dell’intera vita.
Ci sono altri libri che ho letto e altri che sono nella mia lista dei desideri. Dopo averli letti avrò voglia di condividerli.
Per adesso condivido con voi un programma di avvio alla corsa perché sono sicura che tra quanti avranno avuto la tenacia di leggere l’articolo fino in fondo ve ne saranno alcuni che non vedono l’ora di iniziare a correre.
Prima settimana: alternare 1 minuto di corsa con 1 di cammino per 10 volte (durata totale di lavoro: 20minuti di cui 10 di corsa).
Seconda settimana: alternare 2 minuti di corsa con 1 di cammino per 6 volte (durata totale del lavoro 18 minuti di cui 12 di corsa).
Terza settimana: alternare 3 minuti di corsa con 1 di cammino per 5 volte (durata totale del lavoro 20 minuti di cui 15 di corsa).
Quarta settimana: alternare 4 minuti di corsa con 1 di cammino per 4 volte (durata totale del lavoro 20 minuti di cui 16 di corsa).
Lascia un commento